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Career Story26/5/2025

Career Story - Roberto Quaranta, Software Developer

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Career Story di

Roberto Quaranta

Software Developer

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Ciao Roberto! Iniziamo con un tuffo nel passato. Ci racconti da quanto tempo fai parte di adesso.it e com'è nata la tua passione per lo sviluppo software? Cosa ti ha spinto a intraprendere questa strada?

Sono in adesso.it da ben 15 anni: ho iniziato il mio percorso a giugno 2010! Ho esordito come sviluppatore, lavorando inizialmente a un progetto di simulazioni software all'interno del settore dell'Education e E-Learning.  In seguito, la voglia di mettermi alla prova con nuove sfide mi ha portato a occuparmi di progetti più strutturati, che mi hanno permesso di confrontarmi con tecnologie differenti.    

La passione per l’informatica, però, è nata molto prima: avevo solo sette anni quando ho iniziato a smanettare con i Commodore 128. Da quel momento, il mio interesse per la tecnologia è cresciuto costantemente. 

Alle scuole superiori ho scelto un percorso orientato alla programmazione e poi ho proseguito con la laurea in informatica. Insomma, sono diventato quello che in famiglia e tra gli amici chiamano “quello bravo con il computer”!  Ho sempre amato rendermi utile, anche al di fuori dell’ambito lavorativo. Quando vedo qualcuno in difficoltà davanti al PC, o alle prese con attività ripetitive e macchinose, non riesco a restare indifferente: cerco sempre di offrire una mano.

La tua carriera in azienda è stata un percorso di crescita costante. Oltre allo sviluppo, ricopri anche un ruolo di leader del tuo centro di competenza. Come è avvenuto questo passaggio e cosa significa per te essere un leader in questo contesto?

Nel mio percorso professionale non mi sono mai tirato indietro di fronte alle sfide: cerco sempre di portare a termine il lavoro con impegno e di offrire il mio supporto dove serve. Con il passare del tempo e grazie all’esperienza acquisita, ho iniziato a ricoprire spontaneamente un ruolo da leader all’interno del team, andando oltre la semplice scrittura del codice. 

Circa due anni fa mi è stata proposta ufficialmente la leadership di un centro di competenza, e ho accettato con entusiasmo. In parte, già mi sentivo coinvolto in quel tipo di responsabilità, e soprattutto mi entusiasma l’idea di lavorare con le persone e per le persone.   Nel mio ruolo attuale, cerco di affiancare i colleghi non solo sul piano tecnico (in quell’ambito si può crescere anche in autonomia, magari con qualche indicazione mirata) ma soprattutto sul lato umano. Per me è fondamentale capire se una persona sta bene, se sta attraversando un momento delicato o ha bisogno di un supporto più profondo. 

Proprio per questo ho introdotto un piccolo rituale: a fine mese, organizzo con ciascuno un “caffè virtuale” di circa 15 minuti. Un incontro informale, in cui chiedo semplicemente: “Come stai? Tutto bene? Ti stai laureando? Hai trovato casa?”. Non conta quanto duri la conversazione, ma l’ascolto. E ti assicuro che, a volte, emergono difficoltà importanti. In quei casi, è fondamentale saperle gestire, naturalmente anche con il supporto delle risorse umane. Ecco, per me essere leader significa questo: esserci, ascoltare e prendersi cura delle persone.

Parlare del lato umano è fondamentale, ma ogni ruolo ha le sue sfide. Qual è, secondo te, la sfida più grande del tuo lavoro, sia come leader che come sviluppatore? E quali sono i tuoi progetti per il futuro?

La sfida più grande, secondo me, è senza dubbio la gestione del tempo. Essere coinvolti in più ambiti e responsabilità rende difficile dedicare a ogni attività la giusta attenzione. Ma più in profondità, credo che dietro alla gestione del tempo si nasconda sempre un problema di gestione delle priorità. È lì che si gioca davvero l’equilibrio tra efficacia e sostenibilità, sia per il lavoro quotidiano che per la crescita personale.   

Negli ultimi mesi mi sono trovato spesso a riflettere su questo. Da lì mi sono chiesto quale potrebbe essere il prossimo passo nel mio percorso, come posso continuare a dare valore e, allo stesso tempo, crescere professionalmente. È una fase in cui sto valutando nuove possibilità, cercando di capire come evolvere all’interno dell’azienda, magari assumendo ruoli diversi o con responsabilità differenti.  

Non è una decisione immediata, richiede tempo, consapevolezza e confronto. Ma sono convinto che sia giusto fermarsi ogni tanto e chiedersi: dove voglio andare? Che contributo posso dare, oggi, che sia ancora più utile domani? 

Restando sul tema dello sviluppo, che importanza ha per te, e in generale per l'azienda, la qualità del codice che viene scritto?

La qualità del codice è fondamentale. Spesso questo aspetto viene trascurato nelle fasi iniziali di sviluppo, ma è proprio lì che si gettano le basi per un progetto solido. È essenziale lavorare in un ambiente in cui scrivere codice di qualità sia una priorità, integrando strumenti che aiutino a mantenerla costante nel tempo.  Se questo approccio viene ignorato, il cosiddetto debito tecnico tende a crescere rapidamente, fino a diventare ingestibile. Si può arrivare a un punto in cui bisogna valutare se intervenire con un refactoring, cioè riscrivere parte del codice. Ma si tratta di un’operazione costosa, spesso difficile da far accettare al cliente, perché l’impatto sul prodotto non è sempre visibile in modo immediato. Intervenire su un sistema già in produzione, magari non performante come si vorrebbe, è sempre un rischio.     

Per questo motivo è importante partire fin da subito con le giuste pratiche e strumenti, trasmettendo anche alle risorse più junior un messaggio chiaro: scrivere codice di qualità è una responsabilità

A proposito di tempo, un tema che è emerso è la gestione delle ore lavorative. Cosa ne pensi dello Smart Working e come lo vivi all'interno dell'azienda?

Ti racconto com’era la mia vita prima del 2021: abito a 60km da Lecce e il tragitto per raggiungere l’ufficio non è affatto semplice. La strada è ad una sola corsia. Al mattino quindi, mi svegliavo alle 6.30 per prendere il pullman alle 7.15 e rientravo a casa la sera alle 19.00. Ho seguito questa routine per 10 anni.     

Sono assolutamente favorevole allo Remote Working e, più in generale, allo Smart Working. Per me rappresentano una svolta. Sono molto felice che l’azienda abbia abbracciato questa modalità, senza adottare un approccio rigido o basato sul controllo. C’è fiducia, c’è flessibilità, non esistono cartellini da timbrare. Ovviamente, serve responsabilità: lavoriamo in team, quindi è fondamentale essere presenti nei momenti condivisi. Lo Smart Working mi ha aiutato moltissimo anche nella gestione della vita familiare. Ha migliorato il mio equilibrio tra lavoro e vita privata, e per questo credo sia una grande opportunità da valorizzare.

Usciamo un attimo dal contesto aziendale. Oltre allo sviluppo e al tuo ruolo in adesso.it, c'è qualcosa che ti appassiona e che ti piace fare nel tempo libero?

Assolutamente sì. Amo passeggiare e andare in bicicletta tra i sentieri di campagna e lungo la costa qui vicino: mi aiuta a ricaricare le energie e a staccare davvero la mente. Un'altra mia grande passione è la pesca in apnea. Non sono un professionista, ma mi diverte moltissimo ed è una delle attività che più mi rilassano.     

Negli ultimi anni ho scoperto anche un forte interesse per la fotografia, grazie a un ex collega che mi ha trasmesso questa passione. In particolare, mi piace fotografare il cielo notturno. Durante le ferie capita spesso che mi svegli molto presto o esca la sera tardi per andare sugli scogli, in cerca di inquadrature perfette. Forse hai sentito parlare della tecnica della lunga esposizione per catturare le stelle: si tratta di impostare la velocità dell’otturatore della fotocamera in modo che riesca a raccogliere tutta la luce possibile. Solo in questo modo si riescono a immortalare le stelle. Se si prolunga l’esposizione a due o tre minuti, si ottiene anche l’effetto delle scie stellari, perché nel frattempo la Terra si muove.  Amo questi momenti di solitudine, dove sei completamente immerso nel silenzio, senza distrazioni, solo con i tuoi pensieri. È un modo per ritrovare equilibrio e ispirazione